CANAPA

Prospettive per gli agricoltori Carmagnolesi nel gruppo di lavoro al Mipa

Il primo anno di coltivazione della canapa si è chiuso aprendo per gli agricoltori piemontesi la prospettiva di una coltura alternativa a quelle in crisi. I risultati dell'esperienza svolta nel 1998 sono stati presentati al Ministero delle Politiche Agricole da Felice Giraudo e Bruno Crivello a metà novembre.

Per quanto riguarda la coltivazione, ci sono riscoperte e nuove scoperte: è necessario seminare presto (entro marzo), nessuna preoccupazione per le gelate tardive, il ristagno di acqua è invece mortale; la raccolta deve essere per quanto possibile anticipata (chi ha lasciato seccare troppo le piante in campo non è più riuscito a tagliarle); un impianto fitto (50 chili di seme per ettaro) soffoca le infestanti rendendo non necessario il diserbo; le varietà francesi hanno dato semente in quantità (5 quintali di seme per ettaro) superiore alle varietà nostrane; anche per produzione di fibra le francesi battono le italiane, che sono però di gran lunga superiori in qualità per uso tessile.

Sono state sperimentate tutte le operazioni agricole possibili con i macchinari normalmente in uso nelle aziende: taglio, trinciatura, rotoimballatura, trebbiatura del seme, insilaggio. Alcune modifiche delle macchine sono già state introdotte, altre sono allo studio. Nei vecchi maceratori del Consorzio Nazionale Canapa a San Bernardo di Carmagnola è stata riprodotta, a scopo di studio delle fibre, la macerazione tradizionale in acqua. I risultati sono in via di studio da parte di un esperto tessile incaricato dalla Regione. La resa della coltura è alta: la media ha superato i 100 quintali per ettaro, a fronte dei 10/30 dichiarati da altri paesi europei.

Per quanto riguarda gli sbocchi del prodotto 1998, dopo le preoccupazioni causate dal ritardo nell'arrivo dagli Usa del macchinario per la lavorazione, la situazione si è sbloccata e le rotoballe saranno ritirate al prezzo di 120 lire al chilo da una ditta che fornisce il materiale lavorato alla Mercedes tedesca.

Per il 1999 è confermato il contributo Ue di 1 milione e 308mila lire per ettaro, che può essere sommato con il contributo del regolamento Cee 20/78 (biologico). Presso il Mipa è stato costituito un Gruppo di lavoro con rappresentanti anche dei Ministeri degli Interni e della Sanità, per la presentazione di un progetto di sviluppo della filiera, da portare avanti nei prossimi tre anni. Per Assocanapa fanno parte del gruppo i carmagnolesi Giraudo e Crivello per la parte agricola e industriale e la dott. Margherita Baravalle con il compito specifico di predisporre le proposte di modifica dei regolamenti dell'Unione Europea in materia e quelle per il coordinamento della normativa sulla coltivazione della canapa da fibra con le norme contro la diffusione degli stupefacenti. La prima proposta avanzata dai carmagnolesi sarà quella di fissare una resa minima per ettaro per la concessione del contributo Ue. Il suo scopo: scoraggiare la coltivazione fatta soltanto per percepire il contributo, pratica dannosa che andrebbe a danno dei coltivatori che intendono impegnarsi seriamente nel settore.

Il Carmagnolese, dicembre 1998