Sintesi dell'intervento di Gabriele Ghetti (Assessore all'Agricoltura della Provincia di Ferrara) nel convegno tenutosi a Ferrara il 30/4/1999.

I RISULTATI DELLA SPERIMENTAZIONE CONDOTTA NELLA PROVINCIA DI FERRARA

È mio compito in questo convegno, dare conto dei motivi che ci hanno spinto ad avviare una sperimentazione in provincia di Ferrara sulla ripresa della coltivazione di canapa.

La nostra sperimentazione è partita l'anno scorso con 12 ha e proseguirà anche nel 1999 con 30 ha.

Le prove che stiamo effettuando riguardano: confronti varietali, diverse tecniche di coltivazione e lavorazione, la messa a punto delle attrezzature, le tecniche di macerazione.

La scommessa più importante però, riguarda l'aspetto economico e la ricostruzione dell'intera filiera.

La domanda che sta alla base del nostro progetto è la seguente: "È possibile oggi, in Italia, reintrodurre su vasta scala la coltivazione della canapa in termini convenienti per l'agricoltore?" Tenendo conto che siamo ancora in regime di deroga e che c'è l'intera filiera da ricostruire.

Abbiamo scelto un approccio molto pragmatico che cerca di costruire risposte precise partendo da una situazione completamente destrutturata. Faccio solo alcuni esempi: per il reperimento del seme dipendiamo quasi esclusivamente dai francesi, i semi delle varietà tradizionali italiane non sono disponibili in quantità sufficienti a riprendere la coltivazione su dimensioni economicamente interessanti.

Non esiste, in Italia, una legislazione chiara e definitiva che consenta di tracciare percorsi certi per il futuro.

C'è sul mercato italiano e internazionale una forte richiesta di prodotti ricavati da colture "ecologiche" (tessuti di canapa, carta di canapa, prodotti per l'edilizia ricavati dalla canapa, olii essenziali, prodotti cosmetici e farmaceutici ecc.) ma in Italia non esiste più nessuna struttura di prima lavorazione del prodotto capace di fornire alle altre industrie i semilavorati necessari a soddisfare le richieste di mercato (i mannelli di fibra alle industrie che possono fare la filatura, la pasta di cellulosa alle cartiere ecc. ecc.).

Occorre riempire tutti questi vuoti e stabilire se si può fare in modo remunerativo.

Questo è l'obiettivo che noi ci siamo posti.

Abbiamo appena scavato le fondamenta di un edificio ancora tutto da costruire, e non sappiamo nemmeno con certezza se riusciremo a costruirlo.

Oltre ad alcune aziende agricole e istituti di ricerca, abbiamo coinvolto in questa sperimentazione anche una parte del mondo industriale interessato, in particolare del settore tessile - abbigliamento (filatori, tessili, industrie che producono capi d' abbigliamento ecc.), del settore cartario (cartiere e industrie che confezionano prodotti in carta e cartone), del settore edilizio e del legno (fabbriche di pannelli truciolari e altri prodotti per l'edilizia).

Tutto ciò ha portato alla costituzione di un Consorzio (Consorzio Canapa Italia) del quale fanno parte tutti i soggetti che ho elencato e che, sulla base dei risultati delle sperimentazioni, potrà valutare la possibilità di investire propri fondi per la costruzione di un'industria di prima lavorazione della canapa.

A quel punto sarà possibile stipulare contratti di conferimento tra agricoltori e industria e passare ad una vera e propria fase di reintroduzione della coltivazione della canapa su vasta scala.

Il primo anno di sperimentazione è stato finanziato dalla C.E. nell'ambito di un progetto Leader II, il secondo anno, sarà finanziato in parte dalla Provincia di Ferrara ed in parte dalla Regione Emilia Romagna.

La canapa, dal punto di vista agronomico ed ambientale è una coltura di grande interesse, occorre renderla interessante anche dal punto di vista economico, solo così si uscirà da un approccio astratto e un po' romantico del problema e si forniranno risposte certe e positive all'ambiente ai consumatori e agli operatori economici, ricostruendo un circolo virtuoso che non potrà che fare bene sia alla nostra salute che alla nostra economia.