"Vraag een politieagent.."

Erba? Chiediamola alla polizia. Quella olandese non si scompone.

E' un'esperienza bizzarra. Ti avvicini a un poliziotto olandese, e gli chiedi dove si può trovare della marijuana. Lui sorridendo ti indica il più vicino coffee shop, dove il menù offre qualunque preparazione a base di canapa indiana, dal dolce chiamato "Torta spaziale" a un'erba locale di nome "Luci del nord". Nel resto del mondo un episodio del genere non potrebbe accadere: le pene per l'uso della canapa indiana sono severe; ma nel 1976 gli olandesi hanno depenalizzato il possesso di piccole quantità. Cos'è successo da allora? Alcuni dicono che la criminalità è aumentata vertiginosamente, i bambini abbandonano la scuola, e la dipendenza da eroina è molto diffusa; altri sostengono che l'Olanda è un paradiso di pace e amore.
"Ho visto i loro parchi. I loro figli vanno in giro come zombi" dice Lee Brown, direttore dell'Agenzia statunitense per la politica nazionale di controllo delle droghe (United States office for national drug control policy). "L'uso di droghe pesanti (eroina e cocaina) è diminuito notevolmente" ribatte Paul Hager dell'Unione per le libertà civili dell'Indiana. La maggior parte dei commenti sembrano dipendere dalle idee politiche di chi parla. Ma allora qual'è la verità sul grande esperimento olandese sulla canapa indiana?


Dipendenza
"Non c'è stato alcun aumento immediato nell'uso della canapa indiana dopo il 1976", dice Arjan Sas del Centro di ricerca sulla droga dell'Università di Amsterdam. "La tendenza è stata del tutto analoga a quella riscontrata in altri paesi". La percentuale di persone che fanno uso regolarmente di canapa indiana o di altre droghe è minore nei Paesi Bassi rispetto a molti paesi europei inclusa la Gran Bretagna. Il numero di tossicodipendenti da droghe pesanti nei Paesi Bassi non è aumentato nel corso dell'ultimo decennio, mentre la loro età media si sta alzando. Le statistiche olandesi, comunque, sono tutt'altro che decisive. La prima indagine sistematica nazionale sull'uso di droga nei Paesi Bassi è stata fatta solo adesso; ci sono stati studi su scala minore, in alcune città, o in particolari gruppi di età, ma confrontarli è un compito tutt'altro che agevole, dal punto di vista statistico.
Ciononostante, Dirk Korf dell'Istituto di criminologia dell'Università di Amsterdam ha utilizzato gli studi minori per stimare che il 3% degli olandesi aveva usato la canapa indiana almeno una volta nel 1970, e che nel 1991 la percentuale era salita al 12%. La previsione per il 1998 è del 14%. La maggior parte di questo aumento, dice Korf, è dovuta al fatto che le percentuali di consumo nell'arco della vita sono cumulative: la gente che aveva fumato almeno una volta nel 1970 è ancora in circolazione, e si somma nel tempo ai consumatori più giovani. E' più indicativo, dice, confrontare il numero di adolescenti che cominciano a usare la canapa indiana. Nel 1970 le stime dicono che il 20% dei diciottenni ne aveva fatto uso almeno una volta; nel 1980 la percentuale era scesa al 15%. Nel 1987 era arrivata al 18%, una crescita dovuta, secondo Korf, all'aumento del numero dei coffee shop verso la metà degli anni Ottanta. Ora, si dice che circa il 30% dei diciottenni olandesi abbia provato la canapa indiana, sebbene alcuni ricercatori pensino che questa cifra sia sovrastimata, un errore dovuto agli studi svolti ad Amsterdam, una città dove i coffee shop abbondano.
Ma è vero che il numero di persone che provano la canapa indiana è aumentato, da quando essa è stata legalizzata? Parrebbe di sì. Al Centro di ricerca sulla droga, Sas e Peter Cohen hanno diviso gli abitanti di Amsterdam studiati nel 1987, 1990 e 1994 in due gruppi: quelli nati prima del 1958, che avevano più di 18 anni nel 1976, e quelli nati dopo il 1976, per i quali la canapa indiana è sempre stata legale. Solo il 19% dei "vecchi" ha provato la canapa indiana, contro il 38% del gruppo più giovane.
La differenza potrebbe essere in parte fuorviante. I sondaggi olandesi dimostrano che la grande maggioranza delle persone che usano canapa indiana lo fanno quasi esclusivamente dai 20 ai 30 anni. Questa droga è divenuta popolare nei Paesi Bassi verso la metà degli anni Sessanta, quindi troppo tardi per le persone del gruppo più vecchio che avevano oltre trent'anni. Ciononostante i dati suggeriscono che effettivamente la percentuale di persone che ha provato la canapa indiana dopo la depenalizzazione è aumentata.
Ma il dato che conta, dice Sas, è il numero di coloro che continuano a usarla. Ad Amsterdam il 55% delle persone che dicono di aver provato la canapa indiana finiscono poi per fumarla solo una ventina di volte in tutto. Gli altri l'hanno fumata più spesso, ma più di metà non ne ha fatto uso nell'ultimo mese. I dati mostrano, dice Sas, che legalizzare la canapa indiana può rendere più probabile che uno la provi, ma non rende più probabile che continui a usarla.
In ogni caso, non è del tutto sicuro che la prima metà di questa conclusione sia esatta. Korf trova che il grafico del numero di tedeschi che fanno uso di canapa indiana praticamente segue i picchi e i minimi di quello degli olandesi tra il 1970 e il 1990, sebbene la canapa indiana fosse illegale in Germania durante tutto quel periodo.
Inchieste su giovani statunitensi negli anni Settanta e Ottanta hanno rilevato un tasso di diffusione notevolmente maggiore che in Olanda, con un picco del 50% tra gli studenti che frequentavano l'ultimo anno delle superiori nel 1980, nonostante il rigido regime di proibizionismo in atto negli USA.

Depenalizzazione
Da allora, dice Korf, non ci sono state differenze rilevabili tra il consumo negli stati degli USA che hanno depenalizzato e quelli proibizionisti, mentre il consumo di canapa indiana è aumentato negli USA e nell'Europa occidentale dal 1990, indipendentemente dalla struttura legale. "Non c'è una connessione causale evidente tra la depenalizzazione olandese e il tasso di crescita dell'uso della canapa indiana", conclude Korf.
L'anno scorso Robert MacCoun dell'Università della California a Berkeley e Peter Reuter dell'Università del Maryland hanno confrontato le tendenze del consumo di canapa indiana negli USA, in Norvegia (dove è proibito) e nei Paesi Bassi. Anche loro hanno concluso che "la riduzione delle pene ha scarsi effetti sull'uso della droga, perlomeno per quanto riguarda la canapa indiana".
Se la legge del 1976 ha influenzato solo lievemente il consumo di canapa indiana, qual è stato il suo effetto riguardo al suo obiettivo principale: tenere la gente lontana dalle droghe pesanti? I Paesi Bassi hanno in percentuale meno tossicodipendenti dell'Italia, della Spagna, della Svizzera, della Francia o della Gran Bretagna, e senz'altro meno degli USA. Frits Knaak del Trimbos Institute a Utrecht, l'istituto nazionale olandese per la salute mentale e la dipendenza, dice che il numero di tossicodipendenti da droghe pesanti nel Paese è rimasto invariato da dieci anni, perché molti meno giovani si sono aggiunti alle loro file. Il tossicodipendente olandese medio ha ora 44 anni; e solo lo 0,3% degli adolescenti olandesi aveva provato la cocaina nel 1994, contro l'1,7% negli Stati Uniti.1 Nei Paesi Bassi praticamente tutti i consumatori di droga provano per prima la canapa indiana: molti si accontentano e non vanno oltre.
La dipendenza da canapa indiana e altri problemi sono rari. "Il numero di consumatori di canapa indiana che si rivolgono ai centri di assistenza è basso" dice Knaak. "Nel 1996 ci furono solo 2000 [pazienti] in tutto il paese: solo lo 0,3% dei consumatori di canapa indiana in Olanda".
Di questi "il 42% ha anche problemi con l'alcol o altre droghe, gli altri di solito hanno solo bisogno di aiuto psicologico per cambiare il proprio stile di vita" dice Sas, e aggiunge che la maggior parte delle persone a cui la canapa indiana provoca problemi di concentrazione o di memoria al lavoro o a scuola applicano certe regole, come non fumare durante la settimana, o comunque limitare il consumo.
Questa autoregolamentazione sembra funzionare. Gli adolescenti olandesi sono tra i migliori nel mondo in matematica e nelle scienze nei test internazionali. Se esistono dei problemi seri provocati dalla legalizzazione della marijuana, i venti e più anni dell'esperimento olandese non ne hanno ancora rivelato la natura.