Il futuro della canapa

Il convegno organizzato dal Consorzio Canapaitalia

Stoffa, carta, legno, ma anche bottoni, tutti derivati da una pianta antica: la canapa. Una pianta coltivata in molti Paesi, tra cui l'Italia negli anni '30, e poi abbandonata per diversi motivi, che oggi, grazie alla sempre maggiore attenzione dell'opinione pubblica verso i prodotti naturali, torna a riproporsi come esempio di pianta ideale sotto molti aspetti.
La canapa è infatti una pianta annuale che può fornire varie materie prime pregiate. Dai suoi semi, dallo stelo, dalle foglie e dalla sua polvere si possono ottenere prodotti alimentari, legno, carta, tessuti e cosmetici, con un'infinità di prodotti derivati. E allora Canapa. Ritorno al futuro: questo il titolo del Convegno che si è svolto l'8 febbraio a Ferrara dove, dal 1998, è in corso un programma di sperimentazione per la sua reintroduzione, per verificare le possibilità di sviluppo economico ed occupazionale ecosostenibile della filiera agricola - industriale di questa pianta.
Il dibattito, organizzato dal Consorzio Canapaitalia in collaborazione con Legambiente, la Provincia di Ferrara, con il patrocinio della Regione Emilia Romagna presso il Castello Estense, ha visto la partecipazione di esponenti del mondo della cultura, dell'università, delle istituzioni e delle associazioni, del mondo dell'agricoltura e dell'industria. Tra gli ospiti il ministro per le Politiche Agricole Paolo de Castro.
Dal punto di vista ambientale la canapa, che si presta ad essere coltivata senza l'uso di erbicidi e pesticidi e apporta l'azoto al terreno, si è rivelata capace di assorbire metalli pesanti e bonificare terreni degradati, oltre a fornire materiale ligneo evitando l'uso del cloro.
Recenti sperimentazioni hanno confermato la possibilità d'uso dei semi in campo alimentare perché composti da proteine, olio e fibre, con una varietà di vitamine (A, B1, B2, B3, B6, C, D, E) tali da rendere il seme di canapa un alimento completo ricco di valori nutrizionali.
La sperimentazione per la coltivazione della canapa a Ferrara - già sede, fino agli anni '30 della migliore produzione canapiera - è iniziata nel 1998 con circa 12 ettari coltivati da Sorgeva Soc. Coop. a r.I., ed è aumentata nel 1999 con 30 ettari coltivati dalle aziende Sorgeva del Mezzano, Agricola Guidi e Agricola Cavallari. I buoni risultati ottenuti hanno permesso di ipotizzare l'avvio della filiera in tempi brevi. Infatti, le condizioni di coltivazione, la qualità e la resa in considerazione delle condizioni industriali di lavorazione soprattutto dei settori tessili e della carta, hanno fornito previsioni di dati economici e redditività notevoli sia per le aziende agricole che per le imprese.
La sperimentazione ha riguardato l'utilizzo di macchine agricole ancora non presenti sul mercato italiano, per il taglio o meglio, per l'estirpazione della pianta e per l'imballatura della stessa, ma anche processi successivi per la produzione alimentare e cosmetica.
I risultati dimostrano la possibilità di ottenere fibre tessili di ottima qualità e semi ricchi di proteine e grassi utili.
In alcuni paesi d'Europa, dove la produzione della canapa da industria è sostenuta da incentivi, si è registrata recentemente una forte espansione delle coltivazioni. A partire dalla Francia, dove la canapa per usi industriali non è mai stata proibita, questa varietà di pianta multiuso si è diffusa in Germania, Inghilterra e Spagna; mentre l'Italia continua ad essere penalizzata dalla sopravvivenza di norme proibizionistiche.
Dai cappelli ai bottoni, dalla carta da regalo agli occhiali da sole, saranno evidentemente i settori della moda e dell'ecologia a ridare a questa pianta un giusto posto nel nostro quotidiano.
"Ma gestire "la canapa al futuro" - ha spiegato Claudio Botta, presidente di Canapaitalia - significa anche verificare le normative nazionali ed europee che consentano la riaffermazione di questa pianta in Italia; vuol dire impegnarsi in ambiti tecnologici, industriali e imprenditoriali, contribuendo ad ampliare le possibilità in campo occupazionale generale, nonché in uno dei settori più vivi e vivace del made in Italy, come quella della moda".
"Da sempre - ha continuato il portavoce nazionale di Legambiente Roberto Della Seta - la nostra associazione segue con interesse le produzioni agricole e industriali a basso impatto ambientale e gli sviluppi di quei settori imprenditoriali che mirano a rispettare le ragioni dell'ambiente. Questo della canapa è quindi un settore che incontra il nostro parere favorevole grazie alle sue caratteristiche di coltivazione "pulita"; che si presta, ad essere coltivata senza richiedere l'utilizzo di pesticidi e erbicidi, e alle sue possibilità di utilizzo, che permette di usare quasi il 100% della pianta, senza spreco alcuno. Si comincia quindi a registrare anche nel nostro Paese una accelerazione nella diffusione di strategie e sistemi di gestione ambientale, che sembrano coinvolgere in maniera crescente non solo l'area della grande impresa, ma anche piccole e medie, ed è noto ormai, che anche a livello borsistico le prestazioni delle imprese "ambientalmente responsabili" sono risultate in quasi tutti i settori (manifatturieri e di servizi) superiori rispetto alla media delle imprese (con un tasso di crescita spesso superiore del 50 -100% alla media del settore) confermando in maniera significativa la correlazione con una buona gestione ambientale".
L'impegno del Consorzio Canapaitalia consisterà quindi proprio nel rilancio a livello agricolo ed imprenditoriale di questa pianta, affrontando nella maniera più celere il problema dell'impiego tecnologico e l'avvio dell'iter burocratico e normativo per la realizzazione di un primo impianto di stigliatura in Italia.

LA NUOVA FERRARA Lunedì, 27 marzo 2000