Canapa
È arrivata l'ora dell'atteso ritorno
Alla passerella di Armani Jeans a Modena è riapparsa la fibra che era quasi estinta. La ripresa della produzione dopo la fase sperimentale attuata nel ferrarese
di Silvano Rubino
MODENA. Bentornata Canapa. I tessuti ottenuti da questa pianta hanno fatto la loro comparsa, ieri, nella sfilata della collezione primavera-estate di Armani Jeans, tenutasi a Modena nella sede della Simint, azienda tessile licenziataria del marchio. E' un gradito ritorno, quello di questo tessuto che sembrava ormai estinto, fortemente voluto dal Consorzio CanapaItalia. Il consorzio si è costituito nel 1999 a Ferrara, per volontà di alcune aziende agricole e industriali interessate alla reintroduzione della coltivazione della canapa in Italia. La scelta della sede non è stata casuale, perché proprio il ferrarese, sino agli anni quaranta, era l'area di maggiore e migliore produzione di canapa in Italia, con ben 35mila ettari di terreno dedicati a questa coltura.
Proprio a Ferrara, dunque, è cominciata da un paio d'anni la sperimentazione che ha portato ad una reintroduzione della coltivazione della pianta. Le sono stati dedicati 300 ettari e i risultati sono stati soddisfacenti: "Ci sono le condizioni - spiega Claudio Botta, presidente del consorzio CanapaItalia - per avviare la filiera che va dalla coltivazione alla produzione di fibra per l'industria tessile. E ci sono molte ragioni per farlo. Quella della canapa è una coltura assolutamente ecologica:
produce ossigeno, non richiede pesticidi o erbicidi e rende fertili i terreni". Il consorzio, dunque, mira a dare slancio ad un tessuto ecologico totalmente made in Italy, capace di riaffacciarsi anche nel mondo della moda. E la sfilata di ieri è stata un assaggio delle capacità di questo tessuto di tornare protagonista. La canapa (per adesso solo di importazione) è stata utilizzata per jeans, maglie, camice, scarpe, borse e accessori delle collezioni uomo, donna e bambino prodotte dalla modenese Simint (una delle aziende di CanapaItalia) per la Armani Jeans.
Il progetto canapa è anche figlio di una fruttuosa collaborazione tra il consorzio e le istituzioni, provincia di Ferrara e Regione in particolare: "Quando abbiamo cominciato a parlare di queste cose, due anni fa, sembravamo quattro matti - ha detto in un incontro a margine della sfilata di ieri Gabriele Ghet-ti, assessore all'agricoltura del-la provincia di Ferrara - Abbiamo creduto in questa avventura. E' un percorso difficile, c'è tutto da ricostruire, a livello di attrezzature, di competenze, ma anche a livello legislativo:
Infatti in Italia è tuttora proibito coltivare la canapa. Abbiamo avuto buoni risultati e abbiamo speranza per il futuro. A questo punto è essenziale che si faccia uno stabilimento di prima trasformazione, per poter utilizzare la canapa coltivata: contiamo di averlo per i primi mesi del 2001, così da poter arrivare a coltivare a canapa 900-1000 ettari di terreno".
Mariangela Bastico, assessore regionale alla formazione e al lavoro, ha garantito l'appoggio della Regione al progetto, cui ha contribuito già con un finanziamento di 450 milioni "Ha degli aspetti di innovazione importanti - ha detto la Bastico - perché consente di inserire nuove coltivazioni, perché è ecologico e perché può avere un riscontro economico e occupazionale: grazie all'Obiettivo 2 e al fondo sociale della Comunità europea potremo anche erogare contributi per l'occupazione e la formazione".
Per la canapa, dunque, il tempo dell'esilio sembra definitivamente tramontato: prepariamoci a tornare ad indossarla.