Canapa medica

Ines ha 40 anni, il fiore di marijuana 5000 anni.
L'incontro, del tutto casuale, è avvenuto alcuni anni fa in un momento non affatto facile per Ines che subiva le conseguenze di un intervento chirurgico e la successiva cobaltoterapia endocavitaria per una di quelle malattie che "costringe a confrontarsi con la Vita".
Inappetenza, nausea, vomito, disturbi urinari e intestinali, insonnia, ansia, depressione e il.... dolore.
0 "Il dolore è una cosa terribile! Ti fa crescere molto, ti fa capire quanto è bella la gioia, però comunque rimane dolore!".
"Non hai più fame, hai un senso di nausea continua, anche quando bevi l'acqua ti sembra piombo nello stomaco."
"Non riesci più a fare una bella dormita di tutta una notte, ti addormenti a fatica, ti svegli continuamente, la mattina sei più stanca della sera anche se hai preso un sonnifero".
Ines affronta la situazione con una alimentazione naturale, aria di campagna e attività sportiva, specie il nuoto e con una certa riluttanza per le medicine, così come suo padre, medico, propugnava.
È una donna gioiosa, ama la vita, le piace la natura, le piace ridere, scherzare.
"Con degli amici una sera è capitato di fumare un fiore di marijuana, a me piace chiamarlo fiore di marijuana, e prima di tutto ho sentito una tranquillità ancora maggiore di quella che cerco di procurarmi da sola. Mi sono rilassata.
Poi mi ha stimolato l'appetito e questa è stata per me una cosa incredibile, dell'altro mondo! Fumare il fiore di marijuana e cominciare a mangiare con gioia, con appetito, quando per anni non ho più saputo che cosa significasse mangiare, il piacere di mangiare, il gusto, la fame. Sentire lo stimolo della fame, per me è stata una cosa così grossa che ho detto: per carità, ma io allora voglio fumare!"
Ines non è sicuramente una donna irresponsabile, pertanto si è subito documentata su questa sostanza ed ha anche consultato sia il medico che l'ha operata sia un medico già amico di suo padre ed entrambi hanno escluso particolari controindicazioni nell'uso sintomatico che lei aveva sperimentato.
Inoltre, presa coscienza della pericolosità del mercato nero, sia in termini di qualità della sostanza che in quelli di violazione della legge oltre che di costo, pensa bene di seminare due tre semi della pianta proibita, ma l'esperimento fallisce, come pure fallisce un'ulteriore tentativo l'anno successivo, mentre il terzo anno l'esperimento riesce e si ritrova una bella piantina di marijuana sufficiente per le sue modeste e saltuarie assunzioni farmacologiche.
Ma il destino avverso decide che una pattuglia della finanza ritrovi in una tasca di Ines un fiorellino sospetto, pertanto una tempestiva e allucinante perquisizione domiciliare mette le manette a tutti i fiori della incolpevole e pericolosa piantina.
"Sono stata fermata dagli agenti della finanza mentre percorrevo, in macchina, un tratto di strada di periferia, in po' buia, alle sette e mezza di sera. Io non ho capito subito, siccome era buio e avevo i fari puntati. Mi hanno tirata fuori dalla macchina.
Ho capito dopo! Intanto ho pensato: Ma che?.. Sarò diventata Qualcuno?
Perché......... Non è possibile! Pistole puntate alla tempia, mitraglietta dietro la schiena quasi a spinta, a botta, per farmi appoggiare alla macchina. Quindi una violenza per me insopportabile, anche perché io non ho mai avuto a che fare con le forze dell'ordine.
Parliamo comunque di una sola persona, infatti gli altri due agenti gli dicevano che non poteva perquisire, ma quello mi ha perquisita lo stesso......io in quel momento avevo soltanto paura...........mi ha trovato in tasca un fiorellino di marijuana....quindi portata in caserma a sirene spiegate e lui, il solito agente, a mezzo busto fuori dal finestrino con le pistole spianate che intimava ai passanti o alle macchine vicine di spostarsi".
Dalla caserma, Ines, è stata condotta, con le stesse modalità di trasporto, a casa dove stata sequestrata una piantina di marijuana, quindi di nuovo in caserma, poi a mezzanotte in questura per una regolare perquisizione da parte di un'agente di sesso femminile e ancora in caserma della finanza fino all'una e mezza di notte!
Questa è una storia vera ed Ines non è uno pseudonimo.
Sono anche veri gli effetti farmacologici riferiti come è documentato dalla Storia di questa pianta il cui uso medicinale risale a 5000 anni fa.
Già un ventennio fa il governo degli Stati Uniti ha dovuto autorizzare l'uso medico della marijuana al Sig.Randall che aveva inoppugnabilmente documentato l'effetto benefico che il fumare fiori di marijuana produceva sul suo glaucoma. Questa grave malattia oculare è causa di violenti mal di testa con notevole malessere per l'aumento della pressione endoculare che conduce inesorabilmente alla cecità.
"Studi su animali di laboratorio condotti nell'University of California di San Francisco, nell'University of Michigan e nella Brown University hanno concluso che i cannabinoidi, ingredienti attivi della marijuana, sono capaci di alleviare il dolore, anche quello cronico, agiscono da potenti anti-infiammatori e non richiedono dosi sempre maggiori perché i pazienti non sviluppano tolleranza" (Manifesto 28.10.97).
Il New York State Journal of Medicine nell'ottobre del 1988 pubblica uno studio condotto su 56 pazienti, in terapia con farmaci antitumorali, che non avevano tratto benefici dagli agenti antiemetici convenzionali. Dopo aver fumato marijuana il 78% dei pazienti risultò libero dai sintomi.( Grinspoon- Bakalar: Marijuana, la Medicina Proibita).
Negli ultimi anni, sia in America che in Europa, migliaia di pazienti sottoposti a chemioterapia per la cura del cancro e dell'AIDS si sono organizzati in gruppi e associazioni per un mutuo aiuto a procurarsi la marijuana correndo notevoli rischi legali. In California una grande campagna informativa e propagandistica ha consentito a queste associazioni di vincere un referendum popolare, nel novembre del '96, che consente ai medici di prescrivere la marijuana come farmaco.
Attualmente in otto Stati americani, dopo altrettanti referendum popolari, è consentita la prescrizione della marijuana.
Minimizzare gli effetti terapeutici ed esaltare la pericolosità degli effetti secondari non è servito a buttare nel dimenticatoio questa "medicina proibita" rivelatesi utile nell'epilessia, nella depressione, nel glaucoma, nel dolore, nell'infiammazione, nella spasticità, nella nausea, nell'ansia.......e non solo.
La maggior parte dei medici italiani conosce la canapa sotto il nome di marijuana o Cannabis indica, pochi associano questa pianta alla canapa italiana, ancora meno sono quelli che realizzano mentalmente che tra Cannabis indica e canapa sativa non c'è nessuna differenza botanica e/o morfologica. Quasi nessuno dei numerosi colleghi da me interpellati era a conoscenza delle potenzialità farmacologiche di questa pianta e tanto meno dell'affidabilità e sicurezza come farmaco sia quoad vitam, che per la scarsa rilevanza degli effetti collaterali.
Non si tratta certo di impreparazione, ma la mancanza di bagagli informativi e la quasi assenza dagli studi di farmacologia medica, ha evidenziato, di questa pianta, solo la droga, più o meno pericolosa, ma sempre droga. Gli studi di tossicologia medica mi hanno consentito di approfondire la conoscenza di questo famoso THC (delta-9-tetraidrocannabinolo) sotto l'aspetto tossicologico passando sotto tono le potenzialità farmacologiche.
Apprendo che il THC, sostanza psicoattiva, è una molecola lipofila, cioè si lega facilmente ai grassi.
Dopo l'assorbimento circola nel sangue e in 14 minuti la concentrazione ematica si dimezza, poi impiega fino a 136 min. per dimezzarsi ancora, questi tempi rappresentano la distribuzione ai tessuti e la formazione dei metaboliti, prodotti delle iniziali trasformazioni biochimiche del THC.
Queste trasformazioni avvengono principalmente nei polmoni e nel fegato con produzione di metaboliti quali il 7-OH-THC e 11-OH-THC (7 e 11-idrossi-THC) ancora più attivi del THC.
L'eliminazione del THC e dei suoi metaboliti è urinaria ed intestinale e una singola dose viene eliminata completamente in una settimana. Tra le altre curiosità apprendo che sul Sistema Nervoso Centrale (il cervello) il THC ha azione ipotermizzante, (abbassa la temperatura), analgesica ed anticonvulsivante. Abbassa la pressione del sangue specie quella ortostatica (quando ci si alza in piedi da una posizione sdraiata), provoca dilatazione dei bronchi etc.etc.
Questi effetti, intesi solo come complicanze aggiuntive agli effetti psicoattivi, sono in realtà squisitamente farmacologici.
Migliaia di anni fa lo sapevano tutti, oggi non lo sa più nessuno!
La Storia della Medicina ci dice molto, o meglio, ci diceva molto della canapa come medicina, ora lo dicono le testimonianze dirette di malati che hanno imparato sulla propria pelle a dosare al meglio questa medicina per sfruttarne gli effetti farmacologici.
La prima ufficializzazione dell'uso medico della cannabis la ritroviamo nell'"Erbario Cinese" pubblicato circa 5000 anni fa durante il regno di Chen Nung.
C'è poi una lunga storia del suo uso in India, Cina, Sud-Est Asiatico, Africa e Sud America.
Uno dei primi medici occidentali a mostrare profondo interesse per la canapa è stato W.B.O'Shaughnessey che ha osservato il suo utilizzo mentre lavorava in India al Medical College di Calcutta. Nel 1839 egli ha pubblicato un rapporto concludendo che la Cannabis era un efficace analgesico e un anticonvulsivante di grande valore.
Nel 1842 O'Shaunghnessey ritornò in Inghilterra portando con sé la tintura di canapa e ben presto si diffuse tra i medici la prescrizione di tale farmaco in una serie di disturbi. La Regina Vittoria usava la canapa per alleviare i dolori dei crampi mestruali. Infatti durante il suo regno(1837-1901) ebbe una impennata l'uso medico della canapa con un centinaio di pubblicazioni mediche che raccomandavano l'uso della Cannabis nel trattamento di numerosi disturbi e malattie. Durante questo periodo la canapa era uno dei tre medicinali più comunemente prescritti.
Nel 1937, negli USA, l'uso medico della canapa è stato severamente limitato dal Marijuana Transfer Act.
Nel 1960 una ricerca federale è arrivata alla conclusione che la canapa, contrariamente alla credenza popolare, non era una droga che distruggeva la coscienza ma una sostanza con un incredibile potenziale terapeutico.
Nel 1976 il governo degli USA mise fine alla ricerca federale sulla Cannabis, lasciando i futuri progressi della ricerca nella mani delle Pharmaceutical Companies che dovevano essere interamente autofinanziate. La speranza del governo era che le case farmaceutiche trovassero un forma sintetica di THC privo dell'effetto psichedelico ed inoltre senza costi per lo stesso governo Effettivamente La Eli Lilly produsse il Nabilone ed il Marinol ma gli effetti farmacologici sono ben inferiori a quelli dell'erba Cannabis e con alcuni seri disturbi collaterali.
Nel 1986, dopo anni di campagna condotta da gruppi di pressione, si è scatenato il dibattito pubblico sul potenziale terapeutico della canapa.
Francis Young dopo oltre due anni di inchieste concluse che: "la marijuana, nella sua forma naturale, è una delle più sane sostanze terapeuticamente attive conosciute dall'uomo".
Raccomandava inoltre di renderla legalmente disponibile per la prescrizione medica. La DEA (Drugs Enforcement Agency) rigetta questo parere definendolo : "un crudele imbroglio".
La moderna Storia della Medicina ci dice molto poco sia dal punto di vista sperimentale che da quello clinico; la maggior parte delle documentazioni viene raccolta da iniziative di singoli privati o di associazioni.
La scienza ufficiale non si attiva o si attiva solo sporadicamente. La ricerca privata delle Case Farmaceutiche si tiene in disparte. Invece di incentivazioni alla ricerca si operano dissuasioni. Su questa pianta il silenzio e la disinformazione dominano sovrani.
L'innocuità dell'uso medico è stata riconosciuta dalla stessa DEA (polizia antidroga americana) già dal 1988: "è una delle sostanze farmacologicamente più sicure".
Non c'è un solo motivo che giustifichi la mancanza di investimenti in questa medicina che prospetta grossi vantaggi per l'economia e per tutta la gente che conosce la sofferenza.
Nel cervello si ritrovano i recettori per i cannabinoidi cioé esistono dei siti specifici che accolgono delle sostanze naturali, neurotrasmettitori, capaci di stimolare quegli stessi recettori. Si può dire che esiste un THC naturale nel cervello. La scoperta di questi recettori e la loro localizzazione in determinate zone rende ragione degli effetti farmacologici riscontrati in tante patologie.
La capacità della canapa di ridurre la pressione endoculare nel glaucoma è stata riconosciuta dallo stesso governo americano.
Nell'asma funziona da ottimo broncodilatatore.
È un ottimo anti-nausea e anti-vomito di grande utilità nei malati di AIDS e/o di tumori che assumono chemioterapici, in questi casi funziona anche da ansiolitico e stimola opportunamente l'appetito.
Nel 1971 il Medical World News riportava un sicuro beneficio nel 60% degli epilettici.
Il dentista potrebbe utilizzarla per ridurre la saliva durante gli interventi.
Efficace nell'emicrania, nell'enfisema, negli spasmi muscolari, paraplegia, tetraplegia etc.etc.
L'effetto antidolorifico, ben conosciuto nell'antichità, tanto da essere usato anche per alleviare le doglie del parto, ha ricevuto di recente un'ulteriore conferma da uno studio condotto dagli scienziati dell'Università della California di San Francisco, pubblicato su Nature del 24 settembre 1998.
Ian D.Meng e colleghi hanno scoperto che i cannabinoidi agiscono nello stesso modo degli oppioidi, come la morfina, ma usando un meccanismo diverso a livello cellulare.
L'articolo di Nature conclude: "essendo quello antidolorifico l'unico effetto in comune (ad esempio, i cannabinoidi stimolano l'appetito, mentre gli oppioidi possono causare nausea e depressione respiratoria), i cannabinoidi possono essere usati nel trattamento del dolore."
(Source: Meng, I.D., Manning, B. H., Martin, W. J., Fields, H. L.: An analgesia circuit activated by cannabinoids. Nature (1998) 395:381-383) Già nel 1995 alcuni scienziati di Gerusalemme hanno valutato gli effetti del delta-8-tetraidrocannabinolo (delta-8-THC), un cannabinoide con basso potere psicotropo rispetto al principale costituente della Cannabis delta-9-tetraidrocannabinolo (delta-9-THC), somministrandolo per via orale (18 mg/m2 in olio alimentare) ad otto bambini, di età compresa tra 3 e 13 anni affetti da vari tumori del sangue trattati per più di otto mesi con differenti farmaci antineoplastici. Il trattamento con THC è incominciato 2 ore prima di ogni trattamento antineoplastico ed è continuato ogni 6 ore per 24 ore.
Il vomito è stato completamente prevenuto. Gli effetti collaterali osservati sono stati trascurabili.

Department of Pediatrics, Shaare Zedek Hospital, Jerusalem, Israel, Department of Pediatrics, Bikur Holim Hospital, Jerusalem The Brettler Center for Medical Research, Medical Faculty, Hebrew University, Jerusalem 91120.
Abrahamov, Aya, Avraham Abrahamov, and R. Mechoulam,1995. Journal of the International Hemp Association.


Nunzio Santalucia
Tossicologo medico
Forum Droghe
Centro Culturale Canapa