La nuova politica dell'erba. Può diventare lecita?

Ecco come le persone che vi hanno portato la marijuana medica, hanno fondato la loro opinione sulla sospensione del divieto per tutti.
di Joel Stein



Lo zar della droga è pronto per un incontro di lotta tra professionisti. Egli ha già il nome; ed ora il suo parlare condiscendente pre-lotta è freddo. In ogni discorso che fa in Nevada, dove l'incaricato di Bush, John Walters, ha viaggiato per combattere un'iniziativa che legalizzerebbe la marijuana, egli grida ai suoi tre acerrimi nemici come se fosse Tupac Shakur. Lo zar ha dei problemi con i filantropi miliardari George Soros, Peter Lewis e John Sperling, che hanno sostenuto finanziariamente il movimento pro-erba, e desidera che tutti sappiano che è pronto per la battaglia. In un incontro a Las Vegas presso la Loggia degli Elki, egli cancella i loro nomi e dice: "Queste persone usano l'ignoranza e la loro schiacciante disponibilità di denaro per influenzare gli elettori. Non ci si nasconde dietro ai soldi e non ci si rifiuta di parlare assumendo tirapiedi; perché non vi alzate e parlate per voi stessi?". Alla fine di un discorso simile, in un centro di trattamento contro la droga a Reno, egli dice: "Smettiamo di nasconderci. Io sono qui. Voi dove siete?" Lo zar sta procedendo.
Prima che il nuovo zar avesse l'incarico a dicembre, era volontà del governo di non rivolgersi ai legalizzatori. Ma il movimento pro-erba ha guadagnato così tanto terreno che non può più essere considerato una frangia marginale. Viene fuori che gli americani non sono in conflitto con il loro atteggiamento verso la marijuana. Vogliono che sia illegale ma non veramente imposta. Una settimana fa, un sondaggio del Time/CNN scopre che solo il 34% vuole che l'erba venga legalizzata (la percentuale è quasi raddoppiata dal 1986). Ma una grande maggioranza si è ammorbidita riguardo alle scappatoie ufficiali: l'80% pensa che sia giusto dispensare erba a fini curativi, e il 72% pensa che le persone che vengono trovate con l'erba a scopo ricreativo dovrebbero cavarsela con una multa.
Quello che sembra un paradosso ha lasciato ai sostenitori dell'erba un'enorme apertura da sfruttare. Otto stati permettono l'uso medico della marijuana, e una manciata di stati hanno ridotto le sentenze per fumatori d'erba a quasi nulla. Le elezioni di medio termine del 5 novembre hanno fatto ancor più luce sulla questione. Mentre la Casa Bianca si tiene in equilibrio, e la gara per il senato è un fervore ormai morto, la tendenza politica della marijuana è chiara: il sostegno sta guadagnando. Le battaglie più interessanti nei ballottaggi di novembre hanno riguardato le iniziative sull'erba, per permettere alla città di San Francisco di coltivare e distribuire marijuana medica, per sostituire le carceri con la riabilitazione in Ohio e decriminalizzare l'uso di marijuana in Arizona.
Molte di queste proposte sono relativamente modeste, ma le forze pro-erba stanno alzando la posta in gioco. Nonostante l'appagamento dell'elettorato con il paradosso di un'applicazione più rilassata, alcune persone particolarmente influenti di entrambe le parti, sostengono opinioni estreme nello sforzo di metter fine allo stallo politico e di costringere gli americani a scegliere. L'alternativa è che l'erba non fa così male e dovrebbe essere legalizzata, oppure che si devono arrestare le persone che la fumano.
Il campo di battaglia dello scontro è il Nevada, dove la Question 9 permetterebbe agli adulti di possedere fino a 3 once (85g ca.) di erba per uso personale. In realtà il governo dello stato creerebbe un mercato legale per comprare e vendere erba. Con sorpresa quasi di tutti, la gara è troppo vicina per decidere. Mentre le forze pro-erba si sono impegnate tantissimo per risalire i sondaggi, gli oppositori hanno cercato di usare il "muscolo legale" per rispondere allo scontro. Dopo una decisione della Corte Suprema, l'anno scorso, che confermava che le leggi sulla droga federali "si mangiavano" quelle dello stato, la Drug Enforcement Administration mandò agenti federali in California a fare irruzione dai coltivatori di marijuanan medica; una mossa che tendeva ad offendere i votanti californiani che ne hanno approvato quell'uso.
In realtà pare che più l'Amministrazione preme duramente contro le forze pro-erba e più i sostenitori dell'erba guadagnano terreno. Per i più potenti "giocatori" pro-erba, la marijuana era in realtà una specie di trucchetto. Certamente ci sono persone malate che veramente sentono di aver bisogno della marijuana per assopire il dolore, per alleviare la pressione degli occhi dovuta al glaucoma, per calmare gli spasmi muscolari o per ottenere uno "stuzzichino" ed aiutarsi contro la devastazione dell'Aids. Ma non sono loro le persone che premono al massimo l'acceleratore del dibattito. Qualche anno fa, la Drug Policy Alliance, un'organizzazione fondata dal filantropo miliardario Soros, che vuole legalizzare la marijuana e riformare le leggi sulla droga sostituendo il periodo in carcere con la riabilitazione, decise di finanziare solo iniziative che avrebbero vinto. Così il gruppo condusse alcuni sondaggi per scoprire cosa l'America pensasse riguardo alle guerre della droga. I riformatori, poco dopo, vennero fuori con tre linee di condotta: le persone preferivano in alcuni casi una cura invece dell'incarcerazione, la gente odiava la confisca delle proprietà, e una schiacciante maggioranza pensava che la marijuana medica dovesse essere legalizzata. Così Soros e Co. si prepararono per ottenere una legislazione sulla marijuana medica. La lotta è stata condotta alquanto bene, soprattutto quando, anche a loro sorpresa, il governo federale abboccò e iniziò ad arrestare vecchiette e prese d'assalto cooperative pacifiche di coltivazione di erba. Effettivamente i sostenitori dell'erba hanno agito così bene, che alcuni di loro pensano che è ora di lasciar perdere gli stratagemmi e combattere per la totale legalizzazione. Inoltre, con l'Inghilterra che sta sperimentando una politica di "cattura e ammonisci", invece di arrestare i fumatori d'erba, ed il Canada che "flirta" con la stessa politica, i più decisi sono pronti a togliersi il camuffamento e a lottare. E dove, se non tentare tutto questo in Nevada?
Ecco perché lo zar è a Vegas, seduto in una stanza del Venetian Hotel sorvegliato da sceriffi. Lo zar, un'intelligente, piacevole, onest'uomo che crede di poter aiutare gli americani combattendo la guerra della droga, viene deriso dall'opposizione come un Bill Bennett in miniatura. E' vero, ha lavorato per Bennett sotto l'amministrazione Reagan nel Dipartimento per l'istruzione e successivamente come sostituto di Bennett, zar della droga, nella prima amministrazione di Bush. Quando George W. gli diede l'incarico, il presidente disse allo zar di guardare il film "Traffic" per poter capire il problema. Lo zar, che ha affermato al Time di non aver mai fumato erba, pensa che la marijuana non è solamente una droga per evadere, ma è anche incredibilmente dannosa di per sé, poiché causa incidenti stradali, violenza domestica, rischi per la salute e una paralizzante assuefazione. Egli ritiene che la discussione sulla legalizzazione sia assurda, soprattutto se proposta dai libertari repubblicani, i quali sono così dottrinali da fargli pensare che siano fuori dal suo partito. Egli afferma: "Questo è proprio un bel discorso da fare alle 2 del mattino in un dormitorio, che tutte le leggi dovrebbero essere coerenti. Ma il mondo vero non è coerente. E' ridicolo dire che abbiamo un sacco di problemi dovuti all'uso di alcool, e che quindi li dovremmo moltiplicare aggiungendovi quelli della marijuana". Non ci metterà molto a ritornare sui tre miliardari: "E' senza precedenti la quantità di denaro impiegata da un così piccolo numero di persone per un solo problema."
I legalizzatori della marijuana, incluso il miliardario Walters, lo denigrano, non hanno molte cose carine da dire riguardo a lui. In effetti, per essere degli uomini ricchi e vecchi, il loro modo di parlare assomiglia molto a Tupac. Uno di loro, Sperling, 81 anni, è fondatore di una catena nazionale ad alto profitto, l'Università di Phoenix. Egli ha speso 13 milioni di dollari in campagne per la riforma sulla droga, e altre grandi quantità di soldi in progetti sugli animali domestici, inclusa la clonazione del suo gatto. "Il signor Walters è un'anima patetica nella guerra della droga, che sta difendendo un catalogo intero di orrori a cui è indifferente." afferma Sperling dal suo ufficio in Phoenix (Arizona). "La politica del governo sulla droga è condotta da un fondamentalista e cristiano senso di moralità, che vede ognuna di queste sostanze illegali come se fossero il diavolo. "Sperling afferma di aver fumato erba per combattere il dolore dovuto al cancro che ha avuto negli anni '60.
Lewis, 68 anni, ex capo (c.e.o.: chief executive officer) di Progressive, una compagnia d'assicurazioni, non disprezza lo zar così tanto, ma lo sta combattendo ancora più duramente. Le ragioni di Lewis sono molto più dirette. Egli è stato descritto dai suoi colleghi come un "fumato funzionale". Egli passa metà dell'anno su uno yacht da 16,5 milioni di dollari, dove fuma regolarmente erba; qualche anno fa è stato anche arrestato in Nuova Zelanda per questioni di droga, ha riferito al Plain Dealer. E' uno dei sostenitori principali della proposta radicale del Nevada, avendo dato montagne di soldi al "Progetto della Politica Sulla Marijuana", che si sta occupando della Question 9 in quello stato. Lewis afferma: "L'assurdità della sua illegalità mi è chiara ormai da tempo. Ho conosciuto l'erba attraverso i miei figli e ho realizzato che era molto meglio dello scotch, e io amo lo scotch. Poi vado dal dottore, e mi dice che è preoccupato perché bevo troppo e che starei molto meglio se fumassi erba piuttosto che bere."
Soros (che ha fumato erba in passato) ha rifiutato l'intervista, e come il resto della "troika", non vuole discutere con Walters. Forse rifiutano per due ragioni: 1) è probabile che perdano, visto che nessuno di loro è un politico; 2) se vai in giro per il mondo su uno yacht di ottanta metri, metteresti nella tua agenda lo zar della droga come uno dei porti in cui passare?
Così combattono piuttosto la politica federale con iniziative su iniziative, difendendo allo stesso tempo leggi locali pro-erba. La loro parte ha avuto una grande spinta dai media in California in settembre, quando agenti federali fecero irruzione con un raid all'alba nel "Wo/Men's Alliance for Medical Marijuana" (Alleanza di donne e uomini per la marijuana medica) di Santa Cruz. I federali hanno trascinato i proprietari della fattoria, che stavano coltivando erba legalmente sotto la legge californiana, in un palazzo federale a San Josè per aver disobbedito alla legge federale, e hanno trattenuto una paraplegica, residente nella fattoria, per ore.
"Ho aperto gli occhi e ho visto cinque agenti federali che mi puntavano fucili alla testa. (Metti le mani sopra la testa. Alzati. Alzati.) "Mi sono tolta il respiratore dalla faccia e gli ho spiegato che ero paralizzata" dice Suzanne Pheil, 44 anni, che è invalida per gli effetti della sindrome post-poliomelite. La sua storia venne trasmessa ovunque, dacchè i pro-erba avevano praticamente aspettato che venisse molestata, e solo alcuni minuti dopo l'irruzione, stavano già pigiando ogni numero di telefono dei media sulla loro lista. Quelli dell'erba, sorprendentemente, possono muoversi molto velocemente, quando lo vogliono. L'irruzione non poteva andare meglio per i pro-erba.
L'avvocato generale della California, Bill Lockyer, ha spedito una lettera arrabbiata al capo della DEA, Asa Hutchinson, che gli ha risposto asserendo che la legge federale permette ai feds (federali) di confiscare l'erba. Lockyer afferma che durante gli anni di Clinton non lo facevano, ed è deluso che stiano usando risorse preziose per agire come un branco di bulli. Il capo della polizia di San Josè, William Lansdowne era così irritato dall'incursione che ritirò i suoi ufficiali dalla task force della DEA locale, dando fine ad una stretta collaborazione durata 15 anni. Persino il governatore Gray Davis, che sulla questione marijuana non si è pronunciato, ha espresso la sua preoccupazione riguardo all'irruzione dei feds. Una settimana dopo il raid, le autorità di Santa Cruz si sono riunite in municipio per sovraintendere la pubblica distribuzione di marijuana ai membri della "Wo/Men's Alliance for Medical Marijuana" di fronte alle telecamere, un modo per dare una lezione a Washington.
A molti repubblicani, questa sembra una cattiva politica per Bush. Dice l'ex aiutante di Nixon e Reagan, Lyn Nofziger: "Mi pare che questo sia quello che si ottiene da un conservatorismo compassionevole. Ci sono tantissimi cinquantenni che hanno fumato erba da quando erano giovani, e non sembra che sia stato qualcosa che gli ha rovinato la vita. Penso che ci sia molta più apertura mentale riguardo all'erba di quanta ce ne sia mai stata in passato". In Nevada, il popolare governatore repubblicano Kenny Guinn, rifiuta di rendere una posizione sulla Question 9, l'emendamento della legalizzazione dell'erba nella costituzione, dicendo che seguirà il voto della gente. Egli non vuole preoccuparsene per ora, visto che l'emendamento costituzionale sarà effettivo solo se la popolazione del Nevada voterà sì il 5 novembre e di nuovo nel 2004. Può darsi che Guinn sia scaltro a starsene fuori dalla discussione, poiché la retorica è fuori controllo da entrambe le parti. L'ultimo spot pubblicitario dello zar della droga, che era focalizzato su un gruppo di adolescenti ed i loro genitori, mostra due ragazzi nello studio di loro padre che parlano apaticamente di "robe varie". Uno di loro prende fuori una pistola dal cassetto del genitore, l'altro gli chiede pigramente se è carica, quello con la pistola in mano fa spallucce e spara all'altro ragazzo. Walters afferma che la suggestione non sta nel dire che troppi ragazzi che usano marijuana si sparano nelle loro case, ma vuole mostrare che la marijuana altera la capacità di giudicare.
Secondo diverse persone pro-erba del Nevada nell'altro "campo", molti dei collaboratori hanno mentito ai votanti durante la raccolta delle firme per la votazione sulla Question 9, dicendo che si trattava di una proposta per la marijuana medica. I due "campi" litigano regolarmente perfino su quanti spinelli si possono fare con 3 once, la quantità legale massima proposta. I pro-erba dicono 80, mentre gli anti-erba portano in giro borse di 250 spinelli per illustrare la loro versione. E' vero, mamme lungo tutto lo stato (Nevada) stanno passando gran parte delle notti a "rollare" prezzemolo ed origano.
Il progetto sulla politica della marijuana in Nevada ha una possibilità, in gran parte perché è molto meglio organizzato della sua opposizione sparpagliata. Il progetto ha fatto una mossa molto intelligente nell'assumere Billy Rogers, un consulente politico democratico del Texas, per condurre la campagna elettorale in Nevada. Rogers manda quotidianamente persone porta a porta per trovare sostenitori, che può chiamare il giorno delle elezioni e condurli alle cabine elettorali. Questo potrebbe fare la differenza in ciò che i sondaggi mostrano come un elettorato diviso equamente a metà. L'ufficio di Rogers è situato in un centro commerciale di Vegas, sopra un salone per massaggi asiatico, che affianca un centro didattico per bambini, ed è tutto quello che avete bisogno di sapere per capire perché il progetto sta scatenando questa battaglia in Nevada. L'ufficio sembra più un'associazione di raccolta fondi per studentesse che un dormitorio anni sessanta. Manifesti disegnati da bambini illustrano immagini di orsetti con un cuore etichettato che dice "Vota sì sulla 9". Rogers, che indossa una maglietta bianca senza collo, all'una di notte sta ancora lavorando, sta ontando una pubblicità. Egli racconta che all'università si sedevano in cerchio parlando di questo e di quello, e che quando sarebbero cresciuti avrebbero cambiato queste leggi. Ora lo stanno facendo. Rogers, che afferma di non fumare più erba da 15 anni, non ha una connessione personale nella battaglia, ma è molto semplice coinvolgerlo in uno stato d'animo alla James Carville. Quando Rogers parla dell'affermazione di Walters spesso ripetuta (un'asserzione condivisa anche dal National Institute on Drug Abuse, Istituto nazionale sull'abuso della droga) che la marijuana contiene una quantità di THC (tetraidrocannabinolo) più alta rispetto al passato, che, per usare le parole di Walter: "non è la marijuana di vostro padre", diventa balistico. "E' una pianta. La sua struttura genetica non è cambiata in 30 anni"- egli afferma, mangiando una bistecca come pasto notturno. "Questi tipi diranno qualsiasi cosa. Se avessi un budget da un miliardo, direi anch'io qualsiasi cosa per restare negli affari."
Ecco una delle principali teorie sulla cospirazione lanciate dal movimento pro-legalizzazione, un urlo appena uscito dall'era Eisenhower, che il governo sta mantenendo l'erba illegale così può giustificare il suo gigante burocratico della guerra alla droga. I sostenitori della cospirazione credono, come mettono in evidenza in maniera diretta le pubblicità a favore della marijuana medica del miliardario indipendente e candidato governatoriale a NewYork, Tom Golisano, che i politici stanno nelle tasche delle case farmaceutiche, le quali temono che la marijuana sia una medicina così valida da mettere in crisi i loro prodotti. Le forze pro-legalizzazione credono inoltre, con convinzione, che l'ala destra del partito repubblicano colleghi l'uso della droga al peccato, al radicalismo e al fallimento della famiglia. "Conosco John Walters da almeno dieci anni, e non penso che questo per lui riguardi le droghe", afferma Ethan Nadelmann, capo della Drug Policy Alliance.
"John è un'ideologo reazionario. E' la battaglia più importante riguardo a cosa diciamo ai ragazzi della vita. E' un veicolo per promuovere un approccio meditato verso la vita e il governo". L'uomo del congresso democratico Barney Frank del Massachusetts, afferma che la guerra delle droghe è in realtà una guerra contro l'Altro. "L'alcool causa più danno della droga in alcune aree della società, molto più della marijuana, ma noi trattiamo la marijuana come molto peggio, questo perché viene associata alla controcultura."
Alcuni repubblicani, comunque, sono pronti a legalizzare la marijuana. L'uomo del congresso del Texas, Ron Paul, un medico e, per una volta, candidato presidenziale per il partito liberale, ha lottato per la marijuana medica. "Da un punto di vista umanitario, alle persone non può essere rifiutato questo tipo d'aiuto" afferma Paul. Ma il compare repubblicano Hutchinson condivide la decisione di reprimere. Egli afferma: "Perché dovrebbero autorizzare con la legge dello stato un comportamento che è ancora una violazione delle leggi federali? Secondo me mette in pericolo la popolazione; da una parte concede il via libera, e dall'altra un biglietto per il carcere."
Anche tra poliziotti e altre forze della legge ci sono acute divisioni. Alcuni, come Joseph D.McNamara, un ex capo della polizia ed attualmente membro della Hoover Institution, chiede che si finisca di criminalizzare la marijuana. "La maggior parte dei poliziotti che ho assunto durante i 15 anni che sono stato capo della polizia, l'hanno provata" afferma McNamara. Come tanti legalizzatori dell'erba, egli crede che il sistema, il quale arresta più gente per marijuana che per altre droghe, è razzista; dice: "Novanta milioni di americani hanno provato la marijuana. Se osservate chi va in galera c'è una sproporzione esagerata, sono latini e neri. Senza sorpresa, la questione è radioattiva nella professione del poliziotto. Andy Anderson, che era a capo della più grande organizzazione di poliziotti del suo stato, la Nevada Conference of Police and Sheriffs, annunciò che i suoi membri sostenevano all'unanimità l'iniziativa pro-erba, così avrebbero potuto concentrarsi su crimini più seri. Dopo alcuni giorni, Anderson venne costretto a dimettersi. La voce dei poliziotti del Nevada successivamente è diventata quella di Gary Booker, avvocato, sostituto di distretto in carica nell'unità dei crimini veicolari, fino a che non ha detto ai membri della stampa di credere alle avventate affermazioni dell'estremista politico Lyndon LaRouche, cioè che Soros è pro-legalizzazione perché finanzia i cartelli della droga. Dopo di che Booker, parlando con il "Time" alla loggia degli Elki dove presentò lo zar della droga, cercò con imbarazzo di spiegare la sua affermazione dicendo: "E' stata usata la parola cartello, non la parola droga.
Un cartello è un gruppo di uomini d'affari che controllano i prezzi, ed è quello che abbiamo qui. Tre o quattro tipi stanno controllando la cosa.", venne anch'egli sollevato dall'incarico di portavoce della polizia del Nevada.
I pro-erba sentono che la vittoria, anche se non viene quest'anno e non in Nevada, è inevitabile. Ogni anno ci sono meno persone della generazione pre-boomer (antecedenti il baby-boom, fenomeno di aumento demografico negli USA tra il 1947 e il 1961), che tendono a non distinguere l'eroina dall'erba. Nel 1983, solo il 31% degli americani intervistati avevano provato l'erba; nell'ultimo sondaggio del Time/CNN risulta il 47%. E nonostante l'uso di erba tra gli adolescenti sia inferiore ai picchi degli anni '70, i genitori che si fanno spinelli di nascosto quando i loro figli dormono sono un fenomeno recente. Ma i sondaggi mostrano che gli americani restano ancora attaccati allo status dell'erba proibita, ecco la ragione per la quale i pro-erba stanno lavorando così duramente. Afferma Charles Whitebread, un professore di legge all'Università di Southern California, che ha scritto molto riguardo alla legge sulla marijuana: "Si pensava che ci potesse essere un cambiamento, ma non ci sarà. Anche se non gli ha fatto niente, il timore che potrebbe inquinare in qualche modo i loro figli fa dire molto liberamente ad alcune persone che in passato hanno usato marijuana che non sono a favore della legalizzazione". Può essere che la linea di divisione maggiore fra pro e anti-legalizzatori non è l'affiliazione ad un partito ma lo status genitoriale. Ed anche tra genitori, sono più le mamme contro l'erba che i papà. Quindi, escludendo un'altra ondata di radicalismo tipo anni '60, o molte più irruzioni mal ponderate dei federali, i sentimenti degli americani per l'erba non si riconcilieranno in una notte; e i recenti studi che mostrano che la marijuana può creare assuefazione, sebbene in una piccola percentuale di casi, renderanno alcuni genitori ancora più nervosi riguardo al fatto che i loro figli possano diventare "fumati". Mentre alcool e sigarette possono essere più pericolosi, molti dei genitori vorrebbero sentire odore di birra negli aliti dei loro figli, piuttosto che avere un ventinovenne che vive in casa, mangiando Cheetos e guardando SpongeBob in tv.

Con relazioni di: Matt Baron/Chicago, Laura A. Locke/San Francisco, Viveca Novak/Washington e Sean Scully/Los Angeles