LA NUOVA STAGIONE DELLA CANAPA

Un tessuto per abiti di classe

Con la legge del '77 sparì dai campi. Ora viene rivalutata.
Roma. – I fenici la usavano per costruire le vele, non da America's Cup ma abbastanza robuste da oltrepassare le colonne d'Ercole. Gutemberg ci ha stampato la Bibbia. La regina Vittoria la prendeva per curare i dolori mestruali. La canapa, per millenni anima di vestiti, tessuti e tende, torna ora a riaffacciarsi sulla scena da un palcoscenico particolare: al maestro Claudio Abbado è stato regalato un frac di cannabis per l'inaugurazione della stagione lirica di Ferrara che si è aperta ieri con "Così fan tutte".
"E' un materiale da cui ci aspettiamo molto", spiega Claudio Botta, responsabile della linea Jeans di Armani e presidente del Consorzio Canapaitalia. "Il successo dei prodotti di lino biologico e cotone ecologico è stato crescente. La canapa ha caratteristiche superiori: la sua fibra lunga e lucida è calda d'inverno e fresca d'estate. E infatti fino agli anni Venti l'ottanta per cento dei tessuti era fatto di questo materiale. Poi i costi sono andati aumentando tra gli anni Cinquanta e i Sessanta; e poco tempo dopo la canapa sparì definitivamente dal mercato cancellata dall'avvento delle fibre sintetiche. Adesso si annuncia una nuova stagione per la canapa: potrebbe infatti rientrare dalla porta principale guadagnandosi un ruolo di punta nel made in Italy".
L'Italia è stata da sempre, assieme alla Russia, la grande produttrice di canapa. Finchè all'offensiva commerciale dei derivati del petrolio si è aggiunta la legge Cossiga del 1997 che, per evitare l'uso ludico della pianta, ha distrutto gli ultimi campi. Per vent'anni la canapa è scomparsa dalle campagne italiane lasciando il monopolio della più tradizionale delle fibre alla Cina e ai paesi dell'Est.
La canapa si è riaffacciata nel 1998 con una piccola produzione sperimentale organizzata dal Consorzio Canapaitalia che ora chiede di abrogare la legge proibizionista così da lasciare spazio a un mercato che promette di crescere rapidamente occupando una nicchia consistente nella fascia alta della moda italiana.
"Non bisogna confondere l'uso della cannabis come stupefacente con gli altri usi", precisa Alberto Fiorillo, vicedirettore di Nuova Ecologia, il mensile che insieme alla Legambiente sponsorizza il rilancio della canapa. "Sulle droghe leggere c'è un dibattito aperto, ma quest'incertezza non può pregiudicare l'impiego commerciale di una pianta utilissima per l'equilibrio ambientale: la cannabis infatti è l'unica erbacea che è in grado di catturare l'ossigeno e inoltre fissa l'azoto nel terreno aumentandone la fertilità del tre per cento".
Oggi alcuni dei vecchi usi (dall'olio per illuminazione alle vele) non sono riproponibili. Ma altri sono diventati più che mai attuali: l'olio e i semi hanno un alto valore nutrizionale, i pannelli di truciolato sono resistenti al fuoco e isolanti, la carta è molto pregiata.
In Germania il percorso di riabilitazione della cannabis è già avanzato. L'Hanf Haus, la compagnia delle case di canapa, raggruppa una rete in cui viene commercializzata la produzione di più di tre mila ettari. La società, fondata nel 1993 dallo scrittore Mathias Brockers, dispone di quattro centri di trattamento del materiale e di una ventina di negozi sparsi per tutto il paese.

Antonio Cianciullo
Dal giornale "La Repubblica" del 9/2/2000