Vaporizzazione dei cannabinoidi

Una via preferibile per la somministrazione dei cannabinoidi

di Tod H.Mikuriya M.D.

Somministrazione orale contro somministrazione inalata
Nonostante la cannabis usata come medicina sia stata generalmente somministrata per via orale, sono state riconosciute certe difficoltà già dalla sua introduzione nella medicina occidentale da O'Shaughnessey nel 1839. La più comune registrazione nell' Elenco Generale del Medico, precursore del XIX secolo dell'Indicus Medicus, la descriveva come overdose; sebbene non danneggiasse a livello fisico, gli effetti sulla mente erano allarmanti.
Mentre la somministrazione orale di cannabis utilizzando una titolazione gradualmente crescente può impiegare dei giorni per avere effetto, essendo la percentuale di assorbimento variabile a seconda della mobilità e capacità del tratto gastrointestinale, quella inalata invece produce un inizio d'effetto molto più rapido ( entro alcuni minuti comparandolo alle ore dell'altro metodo), un'accurata autotitolazione ed un'efficacia sicura.
L'attuale uso di sigarette o pipette per l'inalazione di cannabinoidi è riconosciuto come portatore, nell'albero trachebronchiale e nelle cavità orali, di numerosi irritanti e possibili carcinogeni assieme ai desiderati principi attivi. La vaporizzazione separa i componenti chimici più terapeutici dalla pianta grezza o dalle impurità della resina e dai prodotti di disgregazione della pirolisi.
L'escursione termica di vaporizzazione è significativamente sotto al punto d'infiammabilità ed alla temperatura pirolitica dei cannabinoidi e dei componenti non-cannabinoidi di cannabis grezza.
Tabella 1 Alcuni costituenti chimici della cannabis e le loro temperature di vaporizzazione Punto d'ebollizione composto

  Gradi centigradi Gradi Fahrenheit
Tetraidrocannabinoli 155 - 157 311 - 314,6
Cannabinoli 185 365
Cannabidioli 187 - 190 368,6 - 374,0

Ci sono qualcosa come 421 composti identificati nella cannabis, 61 dei quali sono cannabinoidi. Tutti questi composti sono pirolizzati in numerosi prodotti di degradazione i quali vengono condotti lungo il tratto respiratorio attraverso il processo del fumare.
Una qualsiasi mitigazione d'irritazione alla cavità orale ed all'albero tracheobronchiale nella somministrazione di principi attivi della cannabis, soprattutto nell'utente di marijuana cronico, la renderebbe più sicura. Nel caso di persone immuno-compromesse, debilitate o con respirazione affaticata potrebbe essere un salva-vita.
Un programma é stato predisposto per studiarne le proprietà fisiche e terapeutiche, incluso l'asma, il quale utilizzi le proprietà terapeutiche della droga senza l'effetto collaterale dell'irritazione ai polmoni.
E' necessaria una valutazione sistematica delle gamme della temperatura di vaporizzazione per meglio differenziare e caratterizzare le combinazioni di cannabinoidi ottimali nella cura di sintomi e disturbi differenti.
16 dicembre 1993

* Merck Index Eighth Edition 1968

** Turner, Marijuana and Health Report of a Study by a Committee of the Institute of Medicine National Academy Press, Washington DC 1982 page 14

Addendum: l'ultima edizione del Merck Index 1989 classifica il punto d'ebollizione del delta-9- THC a 200° centigradi.