Consorzio CANAPAITALIA in collaborazione con Legambiente e Provincia di Ferrara.
Con il patrocinio della Regione Emilia Romagna

CANAPA: RITORNO AL FUTURO

La sperimentazione a Ferrara

Ferrara Castello Estense 8 Febbraio 2000


A Ferrara la sperimentazione per la coltivazione della canapa è partita nel 1998, con circa 12 ettari coltivati ad Ostellato da Sorgeva Soc. Coop. Arl, e proseguita poi nel 1999 con 30 ettari suddivisi in tre aziende, Sorgeva nel Mezzano, Azienda Agricola Guidi a Codigoro e Azienda Agricola Cavallari a Diamantina.

I risultati finora ottenuti sono complessivamente soddisfacenti, al punto da far considerare possibile l'avvio della filiera già dai prossimi anni.

In questi due anni abbiamo verificato le condizioni di coltivazione di una pianta abbandonata ormai da 60 anni, la qualità e la resa della canapa in considerazione delle condizioni industriali di lavorazione in particolare dei settori tessile e della carta.

Tutto questo anche per avere dati economici e di redditività sia per le aziende agricole che per le imprese industriali.

L'attenzione è stata posta in particolare alla produzione di tessuti e di carta, e in questa direzione è stato possibile approfondire condizioni di coltivazione e qualità della canapa ottenuta.

In particolare, nel 1999 è stato possibile effettuare prove di meccanizzazione per la raccolta della canapa per la produzione di fibra tessile, con macchine agricole, non presenti nel mercato italiano, per il taglio, o meglio per l'estirpazione della pianta, e la successiva fase di imballatura della stessa.

Sono altresì avviate le prove per la raccolta del seme per gli utilizzi alimentari e cosmetici.

Dai dati a disposizione si può affermare che è possibile ottenere canapa di qualità sia per la produzione di fibra tessile che per i semi.

La fibra può raggiungere una lunghezza che varia dai 240 ai 450 mm, in confronto fra le varietà dioiche e monoiche seminate, anche i semi hanno dato risultati soddisfacenti sulla qualità con il 25% di proteine e il 33% di grassi e di questi il 58% è rappresentato dall'acido grasso linoleico (meglio conosciuto come Omeg3).

Dalla pianta di canapa si possono ottenere tanti prodotti per vivere sempre più nel rispetto dell'ambiente. La paglia ottenuta dalla sperimentazione ha reso possibile realizzare diversi tipi di materiali e di prodotti: tutto il materiale cartaceo utilizzato per la presentazione della giornata, i cappellini, ma anche i bottoni, gli occhiali e i ganci.

Forse non è sbagliato pensare che oggi la moda e l'ecologia consentiranno a questa pianta di ritrovare il suo posto nel nostro quotidiano.

Per gestire "la canapa al futuro" il cammino da percorrere è ancora tanto: dalle verifiche di coltivazione alla lavorazione industriale, dalle normative nazionali e europee che possono facilitare o meno il lungo percorso da fare per l'affermazione della pianta di canapa.
È certo che i risultati ottenuti fino a questo momento sono incoraggianti su entrambi i fronti.

Il Consorzio Canapaitalia, cogliendo la collaborazione avviata in questi anni tra mondo imprenditoriale, agricolo e industriale, e pubblica amministrazione, si impegna a rilanciare la canapa e di affrontare con urgenza sia gli aspetti tecnologici, 99n l'avvio degli iter per la realizzazione del primo impianto di stigliatura in Italia, sia quelli normativi a livello nazionale e europeo.

È sicuramente arrivato anche il momento per richiamare l'attenzione di altre aziende, a partire da quelle ferraresi, per entrare a far parte del Consorzio e insieme operare affinché si possa passare rapidamente dalla sperimentazione al mercato.

Canapa, la pianta del futuro. Potrà essere questa la più sorprendente rivoluzione agricola e industriale del futuro.