SCOMMESSA DI CANAPA

AGRICOLTURA IL SINGOLARE SUCCESSO DI UN CONSORZIO EMILIANO
Una banca, un pool di cinque aziende, tra cui Armani e 1.100 ettari coltivati. Per produrre tessuti, carta, energia.
di MONICA CAMOZZI

Un fattore di rilancio dell'industria italiana può essere lo sviluppo sostenibile. Non ha fatto in tempo a dirlo Luca Cordero di Montezemolo, presidente della Confindustria, ed ecco che dal Ferrarese arriva subito una risposta, un po' inusuale: 1.100 ettari coltivati a canapa. Da trasformare in abiti e articoli di cartoleria con il finanziamento della Regione Emilia-Romagna, il supporto della Cassa di Risparmio di Bologna e il coinvolgimento di aziende come la Simit, controllata dal gruppo Armani, cui fa capo la linea Armani Jeans.

Sette imprese sono riunite dal 1999 nel Consorzio Canapaitalia guidato dal presidente Claudio Botta. Convinto che dalla canapa possa scaturire un grande business eco compatibile, tanto da ottenere una deroga dalla legge Russo Iervolino-Vassalli del 1991, dove la pianta veniva messa al bando (come possibile fonte di droga).

"Abbiamo ottenuto il placet del ministero dell'Agricoltura" spiega Botta, che guida l'attività di 50 agricoltori e delle aziende coinvolte, mentre come dirigente della linea Armani Jeans trasforma in abiti gran parte dei 500 mila metri prodotti nel 2004: il tessuto ha le stesse prerogative del lino ma il vantaggio di sgualcirsi di meno ed essere più versatile. "All'inizio abbiamo dovuto importare dalla Francia semi contenenti solo lo 0.01 di sostanza psicotropa. E dimostrare le possibilità di sviluppo effettive, mettendo su una filiera produttiva, dal filatore al tessitore, alla cooperativa agricola. Ora le quantità raddoppieranno di anno in anno.

Un ritmo di crescita sostenibile? Secondo Botta sì, visto il potenziale della canapa in settori come la cosmesi o gli oli combustibili. "Senza contare che in agricoltura potrebbe essere una risorsa alternativa. La canapa è una pianta che rilascia molto ossigeno nell'aria, oltre a fertilizzare il terreno dove cresce". A Comacchio è appena sorto un impianto di trasformazione, il primo in Europa di questo genere, costato 10 milioni di Euro e co finanziato dalla Regione Emilia-Romagna

In più, il gruppo Fedrigoni, una delle aziende cartarie maggiori d'Europa, ha promosso il processo di certificazione che ha fruttato al consorzio l'etichetta Ecolabel, con cui si garantisce una produzione nel rispetto dell'ambiente.

Anche le detenute di S. Vittore, a Milano, sono state coinvolte nel progetto canapa: è appena nata una collezione di abiti Kiàran, affidata alla cooperativa Alice, la sartoria all'interno dell'istituto carcerario. Circa 1.600 capi venduti la prima stagione, tra i committenti anche la boutique Farella di Carpi. Pronta a spiegare alle clienti che la canapa, indossata, produce un micromassagio. Provare per credere.

Pubblicato da Panorama il 29/7/2004